Convivenza: scelta matura o il modo più veloce per rovinare una relazione?

Convivenza: scelta matura o il modo più veloce per rovinare una relazione?

May 05, 20253 min read

Andare a convivere è davvero la mossa giusta o solo un modo per incasinare la tua relazione? Perché ok, sulla carta sembra bellissimo: cucinare insieme, svegliarsi abbracciati, Netflix e coccole. Ma poi la realtà bussa alla porta (anzi, la sfonda): discussioni per piatti nel lavello, lei che torna distrutta dal lavoro e ti guarda come se fossi l’ennesimo problema da risolvere. Più che una favola, sembra una sfida a chi resiste di più. Il problema? Ci siamo messi in testa che convivere è il segno che “la storia è seria”. Ma se per stare insieme bisogna barattare la serenità con l’ansia, forse la storia è sbagliata.


Due case, due vite, zero impegno

Sempre più coppie, soprattutto over 35, scelgono di vivere ognuno a casa sua. Bello eh, ognuno coi suoi spazi, i suoi ritmi, il suo Netflix personale. Ma a lungo andare, questa “libertà” sa di comodità, non di amore. Perché diciamolo: se ogni sera vai a dormire da solo, che relazione è? Una storia “on demand”? È facile fingersi una coppia perfetta se vi vedete solo nei momenti migliori. Ma quando si convive davvero, è lì che si vede chi sei… e soprattutto chi è lei. E se lei fugge da questo confronto, forse non vuole una relazione: vuole compagnia, a distanza di sicurezza.


A 40 anni non è più semplice convivenza

Quando sei giovane puoi anche sbagliare partner tre volte a settimana. Ma a un certo punto, ti guardi allo specchio e capisci che il tempo inizia a diventare un capitale da gestire. E allora non puoi più permetterti di “vedere come va”. O funziona, o si chiude. Andare a convivere a 40 non è una tappa romantica, è un test da superare. Perché svegliarti a 50 da solo, in un letto vuoto, fa meno ridere di quanto pensavi. E se la tua compagna non è pronta, o peggio, non ci vuole proprio andare… fatti due domande. Subito!


La donna indipendente che ti fa sentire inutile

Hai presente quella tipa che lavora h24, è sempre di corsa, parla solo di target, clienti e “sto sotto stress”? Bella tosta eh? Ma poi ci convivi… e ti senti superfluo. Perché non ha bisogno di te, né ti lascia spazio. E non parliamo solo di “mettere le gambe sotto al tavolo”. Parliamo di sentirti utile, apprezzato, uomo. Se lei si comporta come un manager anche a casa, se prende tutte le decisioni, se si relaziona con te come fa con un collega… stai con un’altra versione di te. E la domanda viene spontanea: perché dovrei dividere la vita con qualcuno che mi tratta come un optional?


Famiglia, figli e femminismo...

Oggi sembra che dire “voglio prendermi cura della mia famiglia” sia un reato. Le donne si sono convinte che stare a casa con i figli sia umiliante, ma andare a lavorare 10 ore al giorno per un capo stronzo sia “realizzazione personale”. Così pagano babysitter e asili per farsi dire cosa fare da altri, e poi si lamentano se il marito “non le capisce più”. Ma la verità è semplice: se la casa è un campo minato, se la sera non trovi un sorriso ma solo tensione, prima o poi molli tutto. E allora fatti una domanda: vuoi una partner o una coinquilina con il calendario pieno e il cuore vuoto?


Ecco come capire cosa ti aspetta

Il punto è che parlare di convivenza senza ascoltare chi ci è già passato, chi l’ha sbagliata e chi l’ha salvata, è come scegliere una casa al buio. Ogni decisione importante richiede consapevolezza, e certe consapevolezze nascono solo nel confronto, anche acceso, tra uomini e donne che non hanno peli sulla lingua. Se vuoi davvero capire quando è il momento giusto, cosa guardare prima di fare il grande passo, e soprattutto come evitare di ritrovarti a dividere un tetto con una persona che ti logora invece di completarti, ascolta la puntata del mio podcast che trovi qui sotto. Ti ci ritroverai più di quanto credi.

Coach di seduzione e fondatore di Gentlemind, la più grande scuola di seduzione d'Italia.

Maurizio Romano

Coach di seduzione e fondatore di Gentlemind, la più grande scuola di seduzione d'Italia.

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